Strad-rama di e con Giuliano Comin

In questa “intervista immaginata/atipica a una delle componenti strutturali dell’Abbazia di Vezzolano” il protagonista è un singolare archeologo: dotato di una particolare sensibilità tattile, entra in contatto con una delle pietre che, insieme ai mattoni, compongono l’Abbazia di Vezzolano; la storia dell’Abbazia si dipana così proprio tramite il ricordo e il pensiero della pietra che la compone. Una modalità fantascientifica (o, più propriamente, “fantarcheologica”) per un esperimento di divulgazione che sceglie uno sguardo meno antropocentrico – o, comunque, più “antropo-responsabilizzante”: il punto di vista dei componenti strutturali dell’edificio oggetto di narrazione. L’intervista non si pone limiti, adotta una visione ampia e giunge persino a lanciare un messaggio sul cambiamento climatico: “l’elefante che ci ostiniamo a non voler vedere in questa piccola stanza dell’universo dove viviamo, che chiamiamo Terra”.